Monday, November 28, 2011

Friday, October 14, 2011

Feeling you at every age.

Bring me back to those days
push me down the cliff
of memories sweet and lost,
we got swallowed and happy

'cause nothing matters
if you make it senseless
and nothing's serious
if you make it pointless.

Tear me down again,
once more I'm asking you
these bones are cold
and these eyes look old.

Shape me once more
into your endless flame
and bring me up there
where we can't be tamed.

'cause nothing is buried
if you make it deathless
and nothing's binding
if you make it chainless.


Friday, September 9, 2011

...


Anche se è pomeriggio ho appiccicato addosso quella melma vischiosa e sentimentale tipica della notte fonda.
E' una notte di ricordi, di sensazioni che ritornano, di cose irrisolte e mai pienamente affrontate.
E' una notte in cui ogni propria imperfezione viene posta in evidenza e tutta la propria vulnerabilità degli anni passati e presenti viene contabilizzata e sommata, quasi a formare un esosissimo conto che non si avrà mai la facoltà di saldare.
E' una pseudo notte in cui si cercano i punti d'appoggio più scontati, i porti sicuri e, regolamente, non si trovano perché paiono sempre - almeno provvisoriamente - irraggiungibili.
E' una pseudo notte densa e pesante e il problema principale è che la notte, quella vera, deve ancora venire...

Saturday, August 27, 2011

verso luoghi

"Saluta tutti ridi scherza mangia.
Sarà divertente, importante, risaputo.
Raccogli quanto di qui ti è caro e ti trattiene.
Fai un'abbuffata di certezze, che hai la certezza di essere un tuffo nel nero.
Non è mai confortante lungo la via non sapere che vita vivere,
rifletti e cammina che le crepe si sgretolano.
Quando passa la corrente maestra? voglio solo essere sospinto".

Thursday, June 30, 2011

crumbling earth




Everything is bouncing
Everything is crashing
Just hope to get out of here
alive.
And possibly in a rather good shape.

Wednesday, June 15, 2011

rumors of travel

Just try to stay calm
even if your head is pushing your brain out.
Think everything works at its best, it must.
Don't consider how much is to come
but, above all, try not to think
how much you just want to sleep.

Wednesday, June 8, 2011

a room, the old one...

"She entered the room, the darkest one, to be sure she could feel somewhat afraid of something.
She decided not to turn the light on, in order to guess each and every thing stored inside by the mere touch of her hand.
[...]
Then she reached a round object with a handle. It was all wooden and carved, except its central part, whose surface was smooth yet dusty and dirty.
She realize it was a small mirror, and she realized it could have been stored there for years, maybe decades, who knows.
She touched the backside of the mirror and noticed its wooden surface was all smooth except some scratches that covered the whole side. They weren't accidental, all of them seemed placed in a rational way, in order to compose a symbol or a word.
[...]
She followed the scratches with her fingertips in order to figure out which sign they formed.
It was no symbol or silhouette, but just two words written in a very irregular way: HELP ME.
[...]
She started to get it, so that she couldn't resist and went out of the room, in order to expose the mirror to the lamp light.
She was horrified as she realized the mirror was reflecting her face. As a crying and frightened 8 year old baby.
[...]

Tuesday, June 7, 2011

astounding and terrifying.





Astounding and terrifying
the unleashed power of creation
Reminding us we're just grains of sand
thinking eternal while waiting to be wiped out.

But in our vaporizing life lies the magic of this all...
parts that unite in the whole.

Through these walls.

"I can see you
Through these walls
lying on your bed, alone
And I'm waiting
for your sign, every sign
that tells me
you are mine, all mine.

Voracious eyes don't lie
hidden dreams still glide
by holding your pillow soft
Your eyes are seeking mine."

La voce.

"Sento che qualcosa è diverso ora. Non posso ignorare certe cose. Non cose di questo tipo.
Se penso a come è iniziato mi sembra incredibile, non avrei mai pensato di poter raccontare nulla di tutto ciò. Mi lamentavo di avere una vita noiosa, inappagante, scontata. Provavo immaginare cosa avrebbe mai potuto rompere questa costante monotonia, che perdurava da troppo tempo. Pensavo ad un nuovo lavoro, una nuova casa, quella dei propri desideri, una nuova relazione, finalmente quella giusta che irrompe e stravolge la propria vita, contrassegnandola indelebilmente.
Nulla di tutto ciò avvenne.

Capitò invece che mi coricai una sera, stanco per la giornata passata a litigare con dei fornitori e a sistemare pratiche complesse, dalle quale pensavo sarebbe dipesa la mia promozione o almeno un aumento di stipendio (dio come rido a pensare a quanto inutili e miserrime mi sembrano ora queste faccende...).
Appena coricato sul letto, ancora vestito mi cullavo in quel momento di indolenza in cui si cercano le forze per infilarsi il pigiama e sprofondare definitivamente tra le coperte. Sono sempre stato un uomo pignolo e l'idea di assopirmi vestito oggettivamente mi infastidiva. Ma il sonno arrivò prima: avvertii che vi stavo sprofondando in modo lento e inesorabile, senza avere le forze di ostacolare in alcun modo la sua discesa.
Vidi tutto diventare progressivamente ombroso, poi scuro, poi buio. Mentre già mi sentivo galleggiare in quel buio sentii qualcosa. Una voce. E mi svegliai.

Era una voce profonda, dal timbro deciso. Avrei giurato che essa avesse profferito non più di tre vocaboli, parole che non ero in grado di ripetere ma che mi parevano solo distanziate, brevi e pronunciate con tono calmo e solenne.
La cosa strana però di quella voce non stava nel tono o nel significato delle parole che non coglievo, ma nel fatto che essa fosse incredibilmente vicina. Quasi come se colui che avesse pronunciato tali parole fosse stato in piedi a fianco del mio letto, o a pensarci bene, si fosse sporto sopra di me, visto che le parole mi sembravano provenire dall'alto.

Avrò lasciato la televisione accesa. Ovviamente no. Sarà stato uno di quei insopportabili rimproveri del mio capo che mi è rimasto nelle orecchie, dal resto vivo a stretto contatto con quell'uomo ributtante almeno otto ore ogni giorno e forse questo è il classico segnale che di lui, di questo schifoso lavoro e della vita che faccio ne ho abbastanza.
Anche questa spiegazione però non mi convinceva: sentivo, sapevo che quella voce era diversa.

Perché pensarci tanto poi? Sembravo quasi turbato. Alla fine mi sono solo svegliato di soprassalto e quella voce era solo parte di un sogno di cui non ricordo nulla. Più importante era rimettersi a dormire, che era già tardi e il giorno seguente mi avrebbe aspettato un'altra giornata estremamente spossante.

E invece quella voce continuava a restarmi impressa: sebbene confuse e incomprensibili, quelle tre-quattro parole udite nel buio del sonno mi avevano completamente catturato e non riuscivo a smettere di pensarci. Il motivo era tutto sommato comprensibile, quasi evidente, anche se ero restio ad ammetterlo a me stesso, perché turbava il consueto, logico e razionale equilibrio che quotidianamente costruivo intorno a me.

Quella voce e quelle parole incomprensibili rimanevano impresse nella mia mente perché, per ragioni che non ero in grado di spiegare, sembravano rivolgersi proprio a me, chiamandomi..."

In cerca di una rotta

Cosa troverò oltre l'orizzonte?
Quale mondo mi si schiuderà?
Quale strada sceglierà i miei piedi, affinché la calchino?

Non so nulla di tutto ciò. E riesco a preoccuparmene pur restando disinteressato.
L'unica cosa che sento è bisogno di certezza. Di un sentiero studiato che porti ad una meta, una tra le tante, ma una meta.
Non sento più né la voglia né la forza di navigare a vista.
E non voglio che questo sia il viaggio che mi fa naufragare.