Saturday, November 1, 2008

Micro e Macro


In questi ultimi giorni ho realizzato che al mondo le persone possono classificarsi per il rapporto tra le loro idee sul mondo e sulla società, ossia il loro livello macro, e il loro modo di gestire in concreto i propri rapporti personali, ossia il livello micro.

Io a livello macro spesso sono sono considerato un po' stronzo, perchè odio le ipocrisie più di ogni altra cosa e sono politicamente molto scorretto. Non sono per nulla un relativista etico e penso che certe tradizioni culturali siano oggettivamente superiori ad altre.

Queste tradizioni le difenderei a spada tratta, col mio sangue da ogni inquinamento esterno. Per questo a volte appaio come un conservatore, e forse - come ogni nostalgico
- un po' lo sono.

Ma sono conscio che la superiorità di certe tradizioni culturali è data solo ed unicamente da un metro, la libertà individuale. Ed è quella ed unicamente quella l'oggetto ultimo da conservare ed espandere, da proteggere da ogni tentativo di cancellarla con atto di imperio o di diluirla a tradimento nel nome del buonismo.

A livello macro non sono per nulla buono. Odio il concetto stesso di bontà imposta a livello sociale, perchè mi sembra in netta contraddizione con un'altro concetto: la giustizia.

La morale del perdono cristiano infatti l'ho sempre ritenuta ripugnante. Io sono per una sistema di pene unicamente retributivo e punitivo. Sono contro ongi moralismo ma per il senso di responsabilità: nessun predicozzo nè alcuna giustificazione per chi lede l'integrità altrui, ma una pena prporzionale ed inflitta senza sconti.
I fatti devono essere eloquenti, le chiacchiere mute.

A livello macro la proprietà privata e la ricchezza sono valori assoluti per me. Ciò che metto insieme col mio lavoro è MIO. Nessuno me ne può spogliare senza il mio consenso. Nessuno può obbligarmi a donare parte di ciò che e mio ad altri.
Anche se io ho mille e gli altri uno.
Perchè ogni uomo deve avere la certezza che il frutto del proprio lavoro non gli sarà espropriato e che ne potrà pienamente godere senza limite alcuno a poprio piacimento. Questo è il motore della crescita economica.
Credo nell'efficienza come metro di giudizio imparziale.

Odio la retorica. Non sopporto i pianti, le lamentele, il ventre molle della società. Non sopporto le tragedie personali esibite e la compassione.
Credo che il dolore anche più terribile sia nobilitato dalla dignità. Che l'uomo stesso senza dignità non sia più uomo.

Come ho già detto sono per la massima espansione della libertà individuale. Pretendo un'ordinamento che mi consenta di vivere come voglio, finchè non ledo l'altrui integrità. Un ordinamento che consenta a persone consenzienti ed adulte di vivere la propria sfera privata e di disporre delle proprie sostanze nel modo che più aggrada loro.

Sono quindi un individualista convinto. Mi ripugna il concetto di massa, di popolo, di gruppo impersonale ed informe. Amo il concetto di cittadino, di singolo che decide autonomamente di coordinare la propria volonta con quella degli altri, ma che è libero di cambiare idea in ogni momento.
Odio chi decide per il singolo in quanto parte del popolo. Come cazzo ti permetti di inglobarmi nella tua palla di pongo puzzolente senza il mio espresso consenso ?

Sono fermamente convinto che l'ordinamento in cui vivo dovrebbe seguire questi principi per farmi e farci vivere meglio.



Ma a livello micro, quando si tratta di scegliere liberamente come comportarsi nelle questioni che concernono solo la mia vita privata, gran parte di questa apparente austerità svanisce.

Mi logora portare il rancore, perciò spesso perdono, anche in modo implicito, semplicemente scordandomi dei torti subiti.

Non sono attaccato al denaro ed alla ricchezza. Amo molto fare regali, anche costosi alle persone alle quali voglio bene. Amo offrire da bere, in modo totalmente disinteressato, semplicemente come contropartita della piacevole compagnia che la persona che ho di fronte mi offre.

Non sono mai riuscito ad avere il pelo sullo stomaco, ad ignorare il pianto di una persona che conosco. Ad ignorare le sue richieste di aiuto, anche quando forse lei non se lo meritava ed io non ci avrei guadagnato un cazzo.

Amo l'inno nazionale, anche se oggettivamente credo sia una canzonetta obbrobriosa e patetica, quando è cantata in coro anche da tanti scimpanzè, non riesce almeno un po' a non scaldarmi il cuore.

Amo la retorica del passato. Del "si stava meglio quando si stava peggio" e via dicendo.

Amo pensare alla generazione dei miei nonni, comunista. Anche se ritengo gli ideali in cui credevano di per sè un errore terribile e nefasto.

Rispetto i giovani, che ora sono vecchi, che in buona fede credettero nell'utopia del ventennio, anche se nulla di nobile ed utile per l'Italia venne da quel totalitarismo dannoso, violento e soprattutto patetico.

Nonostante tutto ciò che ruota intorno al calcio sia quanto di più basso ed esecrabile che ci sia, non riesco a non emozionarmi quando gioca l'Inter o l'Italia.

Nonostante l'Italia sia uno dei paesi che rappresenti meno il mio tipo di ordinamento ideale, non sono ancora fuggito e amo ancora tanto il mio paese.



Non mi ritengo uno schizofrenico o un ipocrita. Una volta che a livello macro ci è lasciata la libertà di scegliere, noi possiamo decidere in modo consenziente di non usufruire della medesima libertà o tutela. In questo giace la grandezza e la superiorità del liberalismo.

Perciò la legge difende giustamente la mia proprietà dai ladri, ma non mi vieta di donarla a cost zero chi più mi aggrada.


L'unico mio problema è che in genere a chi mi conosce solo per i miei discorsi macro, sembro uno stronzo senza cuore, furbetto ed avido.

Mentre a livello micro sono molto più tenerone, docile e a volte addirittura consciamente fesso.

In conclusione: a volte capita che la prenda in quel posto ad entrambi i livelli per motivi opposti.

Non sarò un ipocrita ma certo un po' coglione lo sono.

Morale della favola, non fate affidamento sulla bellezza e la apparente bontà degli ideali di chi incontrate, metteteli alla prova, anche solo contando i caffè che vi offre, o la quantità del suo tempo che vi concede per darvi una mano.

E vedrete chi con voi in concreto sarà più generoso, se il vostro amico fricchettone sinistrato sostenitore dell'ammmore cosmico universale ("che siamo tutti fratelli, vecchio!") e della condanna categorica di ogni accumulazione di ricchezza, o il vostro amico sostenitore del capitalismo e della pragmatica nobiltà del profitto, frutto del proprio lavoro.

1 comment:

scrooge said...

io mi sento decisamente micro