Monday, June 2, 2008

Riflessioni sociopolitiche su di una serata divertente

Eh ragazzi capita che ci si ritrovi in ottima compagnia (3 care amiche ed un amico inglese che non solo è simpatico ma che in quanto inglese ti consente anche di profonderti in un proficuo english speaking training) che si esca a farci un aperitivo, poi pizza a cena tra chiacchiere e risate.
Una serata davvero piacevole.

Poi per il dopo cena propostona avanzata da "amica dai dolci modi che mi è molto cara": "c'è una festa al "paesello famoso per un circolo arci e per un busto", perchè non ci andiamo, suonano il "gruppo rap storico reggiano" e un gruppo ska che mi piace molto".

Perfetto, anche perchè sia il gruppo rap di cui sopra sia lo ska in genere sono di mio gradimento.
Così saliamo sulla feddi-macchina alla volta del paesello. Già per trovare il posto ci mettiamo un po', anche perchè sembra che nel paesello gli autoctoni siano stati tutti ripiazzati da immigrati magrebini, da meriodionali e da persone visibilmente alterate dalla droga. Tutte e tre queste categorie, come è ovvio e scontato, sono piuttosto incapaci di dare indicazioni attendibili. O per lo meno empiricamente quella sera lo sono state.

Già però in tale circostanza capto che la festa di cui sopra non è la tradizionale festa dell'unità che tutti conosciamo bene qui dalle mie parti, bensì la più radicale "festa di liberazione". Vabbè, chissene, da buon emiliano sono cresciuto tra i comunisti pur non essendolo e la cosa non è mai stata problematica. Specie quando si festeggia.

In realtà poi la mia era una previsione un po' troppo rosea, e non tanto riguardo alla festa - che era assolutamente la classica festa di rifondazione come ne ho viste tante - quanto forse riguardo me che inizio a sentirmi un po' più fuori luogo e meno divertito di un tempo in tali occasioni.
Arriviamo che il gruppo rap ha già finito di suonare.
Peccato, li ho sempre considerati molto bravi.
...ma c'è quello ska!

Allora, francamente, mentre le mie amiche ilari si gettano tutte in pista a ballare, io e l'inglese rimaniamo un poco interdetti, lui perchè non ha mai visto niente di tutto ciò, io forse perchè l'ho visto troppe volte.
Avete presente la classica platea tutta vestita un po' con orpelli freak un po' con le magliette inneggianti alle vecchie glorie passate del comunismo più commerciabile? Ecco: proprio così appariva ai nostri occhi, ed era una platea che andava come di consueto dai 18 ai 40 anni.

Io inizialmente sono un poco impacciato e restio nel ballare anche se la musica reggae ska della band è ben suonata e non mi dispiace. L'"amica dai dolci modi" che con me è un genere molto empatica capta il mio disagio ma io che un po' mi vergogno di essere l'unico "misfit" un po' lo nego, fingo di sentirmi a mio agio a ballare, cerco non pensare a nulla e di conformarmi all'ambiente circostante.

Poi l'illuminazione: scopro che c'è un pensiero che se me lo tengo in testa mi riesce a fare sentire assolutamente a mio agio. E mi fa ballare, fregandomene di tutto e di tutti. Il pensiero è il seguente.
Questi qui hanno bruciantemente perso le elezioni, sono fuori dal parlamento. Fuori dalla balle per almeno 5 anni.
Basta Caruso e le sue spese proletarie, basta Giordano e i suoi discorsi da lotta di classe anni 50, e soprattutto basta lui, basta Fausto ed il suo comunismo radical-chic foderato di cachemire e abbellito da erre moscia!

L'allegria mi pervade e mi sento davvero ad una festa, senza percepire più nessuno dei messaggi seriosi di cui l'occasione si erge a portavoce.
E vai che si balla allora! E se il disagio ogni tanto riaffiora mi basta pensare al Fausto che ora, non più parlamentare, forse, chissà, è costretto a fare a meno dei suoi cashmerini raffinati e di ripegare su un volgaVissimo "misto acrilico" comprato dai cinesi (che BTW a pensarci bene costituirebbe davvero una mise da comunista).

Poi il gruppo sembra quasi che voglia remare contro la mia ritrovata serenità ahimè, e parte coi classici pezzi tanto in voga da sempre presso quel tipo di bands, dove si mischia il reggae col folk terrunciello.
Una specie di ska-tarantella che per me è urenda.

Quindi, mentre la pista passa da kingston al Regno delle Due Sicilie, da banda di rastamanni a orda di pizzicati, io me ne vo al punto ristoro (che devo dire in coerenza con lo spirito della festa è economico come prezzi) e mi prendo la più capitalista delle bibite: la mitica coca-cola!. E pensavo a come è strano il mondo, al fatto che un po' dei soldini che vanno in tasca a quel guru del capitalismo che è Warren Buffett in ragione della sua partecipazione rilevante al capitale di Coca Cola Company siano generosamente elargiti dalla festa di Liberazione di un paesino della bassa emiliana.

In realtà questa considerazione racchiude una sublime bellezza ed un senso di armonia cosmica. La coca cola per me è buona, ed è buona perfino per chi odia il sistema di mercato in cui essa la fa da padrona. Così buona da non poterne comunque fare a meno.

Poi è seguita una versione di Bella Ciao geniale: era lunga una cosa tipo 12 minuti, e passava per tutte le velocità e i ritmi, dal folk al reggae allo ska.

L'idea era bella (anche se l'attitudine mi sembrava quasi affine a quella di prog band tipo gli Iron Butterfly :-) ) ma in queste occasioni francamente mi chiedo che cosa ne penserebbero i partigiani se fossero lì a vedere.

Io ne ho conosciuti di partigiani, ed erano tutte persone piacevoli ma austere e con delle gran palle e sangue freddo, gente che non aveva disdegnato l'uso le armi quando era necessario.

Non ci vedo molte affinità tra loro ed i giovani sostenitori di rifondazione, così come non riesco a vedere molte affinità tra i comunisti dell'eta di mio nonno (per i quali pur nella differenza di idee provo un grandissimo rispetto), quelli dell'età dei miei genitori (in genere sporcati dal pressapochismo sessantottino, che non rispetto molto) e quelli della mia età (che mi sembrano ancora più confusi e naif).


Alla fine la serata non è stata male, i pezzi ska si ballavano bene ed era dello stesso parere pure l'amico brit, che inoltre non sapendo bene l'italiano era pure impermeabile ai messaggi politici imperanti.

Poi, non so che farci, per certe ragazze da centro sociale ogni tanto ho un debole.
Quelle con quei pantaloni colorati di lino, col piercing al naso o al labbro, e quel modo un po' hippie ed ingenuo.

Non so forse è tutto dovuto ad un transfert ricollegabile all'adolescenza, quando quello era il tipo di ragazze che puntavo, e che generalmente non mi si filavano troppo, in quanto non ero abbastanza fuori dai loro schemi.
Ed è una cosa che riscontro pure ora: faccio molto più successo con le ragazze molto regular e tranquille ( e noiose...) che con le pazze fricchettone. Peccato, prima o poi un affair con una di quel tipo potrebbe essere un'esperienza interessante.
Una bellissima prova di dialogo bi-partisan. eheh!

Ed ora basta, che se si segue la strada della psicoanalisi qualche seguace di Freud potrebbe pure dire che il mio essere liberal-conservatore è principalmente dato da una reazione al mio non sentirmi accettato ed a mio agio tra i sinistrati quando ero pargoletto.

Il che, anche se molto suggestiva come ricostruzione, è fondamentalmente falso.

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