Monday, May 5, 2008

strange days


Eh sì, giorni piuttosto densi di emozioni questi.

Finalmente nella mia città natale si sono viste una serie di iniziative davvero belle che hanno richiamato un sacco di gente.

Sono stato in compagnia di gente davvero simpatica, ho bevuto - come il mio solito - quantità smodate di alcool, e ho fatto le quattro praticamente tutte le sere.

Ora, al di là dell'impatto che tutto ciò avrà sul mio fisico, dovrei chiudere questo bel quadretto sommariamente abbozzato dicendo che sono "molto felice però anche un po'triste perchè da domani ricomincia la solita routine".

Invece no, o meglio: non sono così scemo da pensare che la mia solita routine sia una gran figata, ma nemmeno una tale merda. Dopo tutto ho avuto la fortuna di scegliermela, non è solo il frutto di un compromesso o di qualcosa che ho dovuto accettare per forza di cose.

Sento molte persone che conosco obbligate ad orari pesantissimi e a lavori che sono soluzioni provvisorie o di ripiego, in attesa che giunga la buona occasione.

Io ho gli orari più flessibili che ci siano, decido io come e quando lavorare e tutto sommato, nonostante mi lamenti spesso di come le cose potrebbero mutare in meglio, realizzo che ho l'immensa fortuna di essere quantomeno già incamminato sulla strada che vorrò seguire.
E'vero, siamo partiti da poco e il percorso ancora non dà molte soddisfazioni, ma almeno ci sono, l'ho trovato sulla mappa, ora devo solo farmi il mazzo per andare avanti. ("disse così e il giorno successivo la sua vita si mutò in merda...un classico")

Ma c'è un'altra cose che ogni tanto mi inquieta, da un lato la facilità che ho nel socializzare con le persone, del resto è sempre stato così, sono piuttosto empatico e mi viene abbastanza spontaneo pormi nel modo giusto.
Dall'altro, la incredibile difficoltà che ho nel trovarmici totalmente in sintonia.
Eì come se riuscissi a trovarmi bene con tutti, ma alla fine in reale e profonda sintonia con nessuno.
Quanto c'è di artefatto in tutto ciò?

Questa non è una condizione vissuta con dolore o che altro, al massimo con un poco di straniamento, non mi complica affatto concretamente la vita. Con le persone ci sto benissimo, ci convivo, mi diverto credo di ricevere da loro e di dare loro in modo assolutamente naturale. Ma questo è divertimento, piacevole ma superficiale.

Se penso invece che prima o poi dovrò rimettermi in gioco e magari lo scopo della mia vita tornerà ad essere la ricerca di qualcuno con cui trascorrerla insieme un po' più durevolmente rispetto alle baldorie serali, beh ora come ora mi sembra un' impresa difficile.

Spero davvero che la vita si riconfermi quella sorprendente fucina di novità che per metà è (per l'altra metà è uno spruzza-concime merdoso a pressione immensa e ogni tanto dotato pure di mirino).

Per ora posso al massimo ribattezzarmi "lupo solitario"*, che fa decisamente molto sfiga.


* chissà se averlo linkato richiamerò qui qualche nerdacchione patito di giochi di ruolo. A me comunque già alle medie, quando ero un accanito lettore di libri-game, la serie "lupo solitario" non la sopportavo, era come la juventus: piaceva a tutti anche a chi di queste cose non ne capiva un cazzo.

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